Ci sono tanti modi per introdurre in classe un lavoro sul personaggio. Nell’esperienza teatrale, interpretare un personaggio permette di mettersi nei panni di qualcun altro. A noi piace spaziare tra esseri umani, animali e, perché no, oggetti animati. Il Teatro Creativo e di Movimento TCM® vuole mettere in moto il corpo e la creatività per creare relazioni e per far questo non diamo limiti alla fantasia.
Per esempio, vogliamo raccontarti il percorso che quest’anno, in previsione della lezione aperta davanti ai genitori, abbiamo intrapreso con le classi quarte della scuola primaria. L’idea è di invitare la classe a scoprire un personaggio da interpretare attraverso un processo creativo che inizia da un aspetto del nostro carattere.
Ma andiamo per ordine…
QUALE ASPETTO DEL TUO CARATTERE VORRESTI PORTARE IN SCENA?
Partiamo da questa domanda. A noi adulti a volte risulta difficile non dire la nostra ma il bello di questo percorso è proprio quello di farsi spettatori e spettatrici, lasciando che ognuno riveli ciò che vuole. È interessante osservare come le bambine e i bambini si percepiscono e talvolta anche come vorrebbero mostrarsi agli altri. In questo modo si sentono liberi di dichiararsi iperattivi, ansiosi, pigri, annoiati, chiacchieroni, timidi, brontoloni, sempre sulle nuvole, permalosi ma anche curiosi, creativi, ingegnosi, gentili, altruisti, allegri e divertenti.
Giovanni che sta abbandonando a piccoli passi il mutismo selettivo degli scorsi anni, ai nostri occhi timido e sempre sorridente, ha deciso di mettere in scena la sua rabbia. Sa che per lui non sarà facile ma è determinato nella sua scelta e ci sta lavorando.
Anna, sempre in cerca dell’approvazione della figura adulta, si dichiara comica ma poco interessata al giudizio altrui.
Matteo non sa cosa scegliere e poiché mentre lo dice si accorge che gli accade spesso, alla fine decide di mettere in scena proprio la sua indecisione.
Quando tutti hanno scelto quale aspetto del proprio carattere portare in scena, lo mettono in movimento attraverso un’improvvisazione teatrale nello spazio. Il lavoro corporeo spesso mette in luce delle divergenze rispetto alle immagini del pensiero ma è grazie all’espressione corporea che ognuno può capire se la propria scelta è vincente da un punto di vista teatrale. Dal punto di vista dei bambini significa divertirsi e giocarci con ironia. Ci sono aspetti che nella definizione risultano banali ma che nel movimento trovano strade originali e viceversa, aspetti molto divertenti da raccontare con le parole ma poi difficili da esprimere attraverso il corpo teatrale. In questa fase è ancora possibile cambiare idea e scegliere un altro aspetto di sé, magari più facile da rappresentare, o più divertente, oppure confermare la propria scelta precedente. Qualcuno decide di cambiare strada, altri, nonostante la difficoltà riscontrata, rimangono determinati.
SE FOSSE UN ANIMALE…
La fase successiva invita la classe, attraverso il corpo in movimento, ad assegnare l’aspetto scelto del proprio carattere a un animale. Per i bambini, ancora molto vicini ai personaggi delle storie e dei cartoni animati dai caratteri umanizzati, è molto semplice e immediato fare questo abbinamento e spesso nascono personaggi geniali: una scimmietta iperattiva, un gatto pigro, un piccione chiacchierone, un castoro ingegnoso, una lumachina sensibile, un coniglietto vivace, uno scoiattolo curioso, un criceto gentile. E l’indeciso? Ovviamente non gli è bastato il tempo dell’improvvisazione per scegliere che animale provare a interpretare!
SE FOSSE UN OGGETTO…
In perfetto stile Disney, il TCM ama gli oggetti animati e parlanti perciò, a questo punto la classe è invitata ad assegnare sempre il solito aspetto del proprio carattere a un oggetto. È in questa fase che il lavoro corporeo si fa ancora più interessante perché ognuno assume la forma più strana e la mette in movimento. Nascono così personaggi come una palla energica o un tavolo iperattivo che non riesce a stare fermo; una teiera permalosa che sbuffa sempre; un cuscino chiacchierone che impedisce a chi ci si appoggia di dormire; un orsetto di peluche fantasioso che non sopporta il fatto di essere un orsetto così si immagina di essere qualcos’altro; un frullatore… elettrico!

SE FOSSE UNA PERSONA…
È infine il momento di indossare la maschera di un essere umano diverso da sé, una persona di qualsiasi età, che può essere rappresentata, per esempio, attraverso una professione. Anche in questa fase le bambine e i bambini si sbizzarriscono a interpretare personaggi insoliti e molto originali: dalla barista ansiosa che sbaglia a fare i caffè; al pizzaiolo che si arrabbia perché gli ordini sono eccessivi; allo youtuber pigro che si addormenta durante la diretta; alla pasticciera elettrica che non riesce a smettere di fare muffins. Il lavoro sul personaggio invita già a immaginare e mettere in scena situazioni e scorci di storie.
DAL PERSONAGGIO ALLA STORIA
Al termine di tutte le esperienze precedenti, ognuno definisce il proprio personaggio in base a quello che gli è piaciuto di più fare: l’animale, l’oggetto, la persona.
A questo punto la classe sarà divisa in gruppi di 4-5 attori. Ogni gruppo inventerà una breve storiella nella quale ognuno porterà il suo personaggio e la metterà in scena.
Cosa succederà? Viste le premesse, non vediamo l’ora di scoprirlo…
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