La prima volta che A. prova una lezione di un corso pomeridiano di Teatro Creativo e di Movimento TCM® non partecipa. Si siede dalla parte del pubblico e osserva con attenzione, è curioso di vedere cosa fanno gli altri.

Elisabetta, che propone corsi TCM nella zona del pavese, accoglie il bisogno di A. senza forzarlo a partecipare, perché il rispetto dei tempi e dei modi è un aspetto che il metodo mette in primo piano.

Nella lezione successiva A. vuole tornare e la mamma decide di iscriverlo al corso. Di nuovo A. si siede e osserva e così anche alla terza lezione. Guardare gli altri rispondere alle proposte gli permette di rimanere in uno spazio protetto e di prendere confidenza con l’attività senza fretta, come chi guarda un abito da una vetrina e si chiede come gli starebbe addosso ma non osa entrare a provarlo.

Nel frattempo, il gruppo vive la sua presenza senza alcun giudizio, rispondendo all’atteggiamento accogliente di Elisabetta. Qualcuno si rivolge ad A. per ricevere idee creative al momento dell’organizzazione di una messinscena; qualcun altro gli lancia la pallina che l’attività prevede di passarsi. Il gruppo inizia a coinvolgerlo in qualcosa che A. può dare anche dal suo spazio sicuro e questo lo porta gradualmente a riporre fiducia negli altri, a riconoscersi un ruolo all’interno del gruppo e ad accorgersi che, nonostante se ne stia in disparte, in realtà sta già partecipando. Alla quarta lezione, A. decide di abbandonare il suo posto nel pubblico e di provare a mettersi in gioco con gli altri.

In uno spazio accogliente, nel quale ognuno può sentire di poter essere sé stesso senza venir giudicato o forzato dagli altri, spesso è il gruppo stesso a facilitare lo scioglimento di piccoli nodi personali che necessitano solo di tempo e fiducia.

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