Nelle scuole primarie, specialmente in prima e seconda, gli insegnanti lamentano la difficoltà dei bambini ad accogliere e rispettare le regole e all’interno di uno spazio di movimento come il nostro spesso c’è il timore che i bambini si facciano male.

Di fronte a un grande spazio vuoto come quello solitamente adottato nelle scuole per il nostro laboratorio, alcuni bambini non si controllano, si lanciano sui compagni e corrono senza portare attenzione agli altri. 

Come arrivare a far rispettare le regole ai bambini?

Lavorare sullo spazio, sulle distanze, sul controllo del proprio corpo attraverso differenti dinamiche di movimento aiuta i bambini a portare l’attenzione su di sé in relazione con gli altri e lo spazio circostante.

Il nostro miglior alleato per raggiungere questi obiettivi è la Signora Musica, che oltre a stimolare i bambini da un punto di vista immaginativo ed emotivo, li invita a rispettare in modo molto diretto alcune regole di gioco: se è veloce mi muovo velocemente, se è lenta mi muovo lentamente, se c’è una pausa mi fermo, giusto per fare gli esempi più semplici. 

Ma questo a volte non basta, perché anche per portare l’attenzione all’ascolto della musica occorre una motivazione.

Allora abbiamo provato a introdurre un linguaggio più conosciuto, quello dei videogames, con schemi e livelli da superare per accedere al successivo.

La classe attiva un’attenzione insolita quando non si tratta di accontentare la richiesta dell’insegnante o di ricevere un avvertimento ma di giocare (in questo gioco nello specifico, entrare in un videogioco).

Le regole sono quelle di un gioco di squadra nel quale tutti sono invitati a fare la propria parte per permettere all’intera classe di salire di livello e scoprire quale sarà la prova successiva, che ovviamente presenterà difficoltà sempre maggiori.

Senza sminuire in nessun modo quelle che sono le numerose conseguenze negative del trascorrere il tempo a giocare su uno schermo, abbiamo preso spunto da quelli che possiamo considerare i meccanismi positivi di un videogioco: l’attivazione della competizione personale, la curiosità di scoprire cosa c’è dopo, la soddisfazione di essere riuscito a concludere un livello, la concentrazione per raggiungere l’obiettivo, la collaborazione. 

Ecco allora che lo spazio scenico diventa un piano di gioco nel quale, con il supporto della musica che regola il tempo, di ciò che l’aula o la palestra offre per delimitare lo spazio (per esempio segni sul pavimento, come righe e mattonelle o strumenti normalmente utilizzati all’interno di una palestra) e un pizzico di fantasia, possiamo inventare diversi livelli da superare, i cui obiettivi sono quelli di sempre: rispettare la velocità proposta dalla musica, muoversi all’interno di un proprio spazio di gioco, attivare differenti qualità di movimento senza perdere di vista lo spazio circostante.

Per scoprire che all’interno di un limite o di una regola esistono infinite possibilità di espressione.

Nel pianeta della noia, per esempio, nel quale i bambini impossibilitati a uscire dallo spazio di una mattonella si inventano passatempi con ciò che hanno a disposizione. Ecco che allora nascono passatempi con i cordini dei pantaloni o dei cappucci delle felpe, con le mani, con gli elastici per i capelli o braccialetti. 

Ha funzionato questo metodo per far rispettare le regole?

Per questa volta sì, però sappiamo che per la prossima volta dovremo inventarci qualcos’altro perché ciò che stimola l’attenzione sopra ogni altra cosa è l’effetto sorpresa.

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